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Habitat 5.0
Mosè Ricci
L'Architettura del Lungo Presente
Recensione di Manuel Gausa Navarro
"Mosé è un uomo d'azione e io sono più un uomo di idee, di speculazione. Lui è più testosteronico, più energico e energetico, e più combattente ... ma a entrambi ci piacciono le battaglie nobili che a volte non si vincono ma hanno una certa grandezza di spirito.
In ogni caso, nella mia educazione francese, il dubbio scientifico, la ragione ponderata e la capacità di convivenza civile, illuminata, illustrata, quasi romantica continuano a prevalere: dove le idee possono essere accarezzate come in un atto d'amore più spirituale (l´Esprit francese) che fisicamente difese (sensualità italiana).
Leggendo il libro ho capito che non era l'idea del progresso che si metteva in crisi….ma l'idea del Futuro con maiuscole, come dogma positivista, quella che Mosé metteva in crisi: il futuro come promessa positiva e positivista; il futuro come epica di una modernità salvatrice e redentrice; il futuro come idea di un sviluppo materialistico e deterministico; il futuro come (im)materiale manipolato e manipolabile; il futuro finalmente come un tempo inesistente, ma anche come un stato-rifugio più facilmente e persuasivamente vendibile, favorendo il consumo di beni, cose, contesti, territori o paesaggi in tutti i modi possibili. E soprattutto il futuro come promessa di un tempo sempre migliore che le nuove tecnologie sembravano repentinamente proporre con grande entusiasmo.
Mia moglie che non è un architetto, non ha mai creduto nel futuro, vive nel presente, in un hiper-presente senza proiezioni; ed è immensamente felice, ogni giorno. Ma io sono architetto e PRO- IETTO, lancio avanti in latino…. e c'è qualcosa del futuro immaginato, quindi, in questa vocazione maledetta e mai totalmente soddisfatta, di progettare, di anticipare, di pianificare…
È vero che a causa di un certo idealismo razionalista e in qualche modo positivista che mi ha caratterizzato ho anche difeso tante volte, questa possibilità di costruire un mondo migliore basato sui progressi tecnologici e, soprattutto, sui cambiamenti nella logica cognitiva e culturale.
Il libro di Mosé mi metteva quindi in una certa situazione di crisi che repentinamente coincideva con una crisi personale di stress e di sicurezza nei miei punti di appoggio, specialmente quando stavo preparando un nuovo libro che difendeva questa freccia nel tempo avanzata, di direzione “hacia, toward, verso” ma anche "beyond, al di là", molto importante per me.
In ogni caso, il pensiero difeso da Mosé in queste pagine raccoglie un intero campo d'azione di architetti e critici che hanno cercato di ripensare il rapporto tra spazio, tempo e ambiente.
Da Giedion, con la sua completa fiducia in una modernità in cui lo spazio-tempo di Einstein era un vettore lineare, a Kubler dove, quasi al contrario, la definizione spaziale era fatta di combinazioni costanti tra geni originali e repliche in un tempo evolutivo che mi ha sempre affascinato; o Banham con il suo tempo liquido, così fluido ed eclettico, o Manuel de Landa con la sua visione non lineare, topologica, e multi-campo, magmatica, quella di una storia spazio-temporale multi-vettoriale, vicina ad alcuni di noi.
Ho trovato molto interessante poter riflettere con Mosé su Mosé. E rafforzare la nostra complicità. Mi piacerebbe che una volta questo momento di passaggio rallentato, super- presente, che forza tutti ad essere a distanza (ma attenzione! schiavi del computer) ci potremo vedere di nuovo di persona, abbracciare, e forse su una lavagna disegnare i nostri diagrammi… di come vediamo queste traiettorie strane tra spazio, tempo, creazione e conoscenza con frecce, anelli, loops, vettori o curve di vibrazione e nodi di densità, in cui le stringhe si incrociano o si intersecano e vibrano in modo diverso, più o meno rallentato, orientato o vettorizzato.
In ogni caso, sto aspettando con impazienza il terzo volume di una trilogia che è iniziata con un titolo propositivo, New Paradigms, seguito da un titolo provocativo The Eternal Present, e forse continuato con un possibile titolo compilativo o formulativo, forse Progresses at Variable Speed? Progresso a velocità variabile?"
Manuel Gausa
Aprile 2020